Dal 16 aprile al 2 novembre 2025, la Rocca Maggiore ospita Peace on Earth: oltre cento opere dell’artista più enigmatico e dissidente del nostro tempo.
Un messaggio universale prende forma tra le pietre millenarie di Assisi. Dal cuore pulsante della street art contemporanea, Banksy approda nella città di san Francesco con una mostra-evento che promette di lasciare il segno. Peace on Earth, questo il titolo dell’esposizione, sarà o
Assisi e Banksy. Due nomi che, accostati, sembrano quasi ossimorici. Eppure è proprio nella città di san Francesco che l’artista più controverso, sfuggente e incisivo della street art contemporanea approda con una grande mostra dal titolo Peace on Earth. Un progetto espositivo ambizioso, prodotto da Opera Laboratori, promosso dal Comune di Assisi con il patrocinio della Regione Umbria, e curato da Stefano Antonelli e Gianluca Marziani.
La sede è la Rocca Maggiore, fortificazione medievale che sovrasta la città e che diventa – in questa occasione – non solo contenitore, ma potente cassa di risonanza per una riflessione sulla pace, oggi più che mai necessaria. Dal 16 aprile al 2 novembre 2025, saranno esposte oltre cento opere tra serigrafie, stencil, immagini iconiche e simboli ricorrenti del vocabolario visivo banksyano.
Il titolo prende spunto da un graffito realizzato a Betlemme, non lontano dalla Grotta del Latte: “Peace on Earth”, seguito però da una postilla che cambia tutto. “Terms and conditions apply”. Un’ironia amara, che toglie ogni retorica e riporta la parola pace al suo significato più fragile, negoziabile, e per questo urgente.
Non è una mostra celebrativa, e non vuole esserlo. Peace on Earth è piuttosto un viaggio dentro l’estetica della dissidenza, dove l’immagine più riconoscibile – la colomba con giubbotto antiproiettile e ramoscello d’ulivo – non è solo un’icona pop, ma il ritratto di una pace che va protetta, difesa, forse persino conquistata.
Banksy non ha mai avuto bisogno di introduzioni. Le sue opere parlano da sole, e quando lo fanno, parlano a tutti. Il linguaggio è diretto, spesso tagliente, sempre lucidissimo. Ironia, empatia, provocazione e denuncia si intrecciano in un equilibrio che ha il raro pregio di non risultare mai pretenzioso. I muri – che siano di Londra, Gaza o Napoli – diventano superfici di senso, luoghi dove l’arte torna alla sua funzione primaria: scuotere, aprire, insinuare dubbi.
E qui, nella città simbolo del dialogo interreligioso e della spiritualità francescana, l’opera di Banksy acquista un’eco nuova. Come se ogni stencil, ogni figura incappucciata, ogni bambina con palloncino, parlasse direttamente al genius loci. Un cortocircuito visivo e concettuale che funziona, proprio perché inatteso.
La curatela – affidata a due nomi esperti di linguaggi urbani – costruisce un percorso chiaro, mai didascalico, lasciando spazio alla lettura individuale. Non c’è intento museale, né tentativo di addomesticare l’irriverenza. Semmai, emerge la volontà di far dialogare l’opera con il contesto, e di mettere al centro il tema più scivoloso e attuale di tutti: quello della pace.
Peace on Earth, in fondo, è una domanda più che una risposta. E forse è proprio questo il merito più grande della mostra.
Photos: Courtesy of Comune di Assisi