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Rolex Sydney Hobart Yacht Race, una delle regate divenute classiche nel calendario della vela internazionale, prenderà il via domani, 26 Dicembre, nella baia di Sydney. Alla partenza – ore 13,00 locali – sono previste 158 imbarcazioni con altrettanti equipaggi a bordo, circa 1.800 persone, che vedono la presenza dei migliori velisti al mondo sul percorso che da Sydney, in Australia, raggiungerà Hobart, la capitale della piccola isola della Tasmania.

Molti sono gli atleti olimpici e i velisti leggendari nati e cresciuti a Sydney, tempio della vela down under, dei quali uno dei più noti, ben conosciuto anche in Italia, è Jimmy Spithill, vincitore della Sydney-Hobart del 2017 come skipper del maxi 100’ Comanche, seppur a seguito di una protesta contro Wild Oats XI per un incrocio nelle prime fasi della regata.

Wild Oats XI

Wild Oats XI, di proprietà della famiglia Oatley

Il percorso della Rolex Sydney to Hobart è lungo 628 miglia in direzione Sud, il record di 1 giorno, 9 ore, 15 minuti e 24 secondi è stato conquistato nel 2017 dal più veloce 100 piedi in circolazione, il già citato Comanche, progetto di Guillaume Verdier assieme allo studio VPLP (Marc Van Peteghem/Vincent Lauriot-Prévost) e già vincitore in tempo reale nel 2015, l’anno del suo varo e del debutto nella regata australiana.

Comanche

Comanche, di Jim Cooney e Samantha Grant

Costruito interamente in carbonio negli USA da Hogdon Yachts, questo racer vanta un importante contributo tecnologico italiano. L’idraulica, che movimenta anche la chiglia basculante da sei metri e mezzo di pescaggio, è di Cariboni mentre la chiglia stessa e i daggerboard sono prodotti da Re Fraschini, un’altra eccellenza del Made in Italy apprezzata in tutto il mondo.

Alive, Reichel/Pugh 66

Alive, Reichel/Pugh 66

La competizione è considerata una delle più impegnative regate oceaniche, a causa dell’imprevedibili condizioni meteo, come il “southerly buster” un repentino cambio della direzione e intensità del vento proveniente da Sud, che quando incontra lo stretto di Bass, un tratto di mare di un centinaio di miglia ma con fondali bassi di circa 50 metri, è in grado di generare imponenti onde. L’incontro dei due oceani, Indiano e Pacifico, può originare forti correnti a causa delle diverse temperature dell’acqua. Quando la direzione di queste correnti è opposta a quella del vento le onde diventano molto ripide e frangono, creando condizioni di pura sopravvivenza per le barche e gli equipaggi.

Le previsioni meteorologiche invece sono affidate al Bureau of Meteorology che prevede venti da Nord-Est e condizioni miti in grado di garantire un’agevole uscita dalla baia di Sydney. Le condizioni meteo rimangono comunque incerte e oggetto di monitoraggio costante prima dell’approssimarsi della partenza, prevista alle 13:00 ora locale del 26 Dicembre 2019.