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Dall’8 aprile al 16 luglio 2022, 29 ARTS IN PROGRESS gallery è  presenta, per la prima volta a Milano, le opere del fotografo e scrittore tedesco Hans Georg Berger.

“Il mio obiettivo principale come fotografo non è raccogliere una documentazione visiva né reinterpretarla alla luce di una mia estetica. La mia curiosità e il mio bisogno d’imparare mi spingono piuttosto come prima cosa a instaurare un rapporto di fiducia e di collaborazione con le persone che credo possano aiutarmi a interpretare una certa realtà culturale con gli occhi di chi la vive in prima persona.

Un grande riconoscimento fu per me quando un grande abate buddhista laotiano, che mi aveva osservato lavorare per due anni, mi disse nella sua lingua quanto altri tradussero in inglese con la frase: ‘You are a learning photographer’”.

Hans Georg Berger

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La mostra, intitolata ‘The learning photographer’, riunisce più di 30 raffinate fotografie in bianco e nero stampate ai sali d’argento su carta baritata, a partire dai negativi conservati nell’archivio berlinese dell’artista, accuratamente selezionate dai direttori della galleria e dall’artista.

Le opere in mostra ripercorrono una carriera lunga cinquant’anni iniziata quando, negli anni ’70, l’artista viene coinvolto nel restauro dell’Eremo di Santa Caterina all’Isola D’Elba.

Berger trasforma l’ex convento francescano in un centro internazionale d’arte dove da anni si incrociano esperienze e idee di amici artisti, attori e registi.

È in questo contesto che avviene l’incontro decisivo tra Berger e lo scrittore e critico francese Hervé Guibert con cui instaura – oltre ad un profondo legame emotivo – una relazione fotografica e intellettuale: da questo intimo dialogo, che vede i due alternarsi dietro l’obiettivo, prende vita quella che l’artista stesso definisce come “fotografia condivisa” di cui fanno parte alcuni degli scatti della serie ‘Un amour photographique’ (dall’omonimo libro), tra le foto più belle e commoventi dell’artista.

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(C) Hans Georg Berger – Offerta, 1997 – Courtesy of 29 ARTS IN PROGRESS gallery

Il percorso espositivo prosegue seguendo idealmente Berger nelle sue esplorazioni – umane e artistiche – e nei suoi viaggi in Asia i cui racconti fotografici rivelano i profondi legami che l’artista ha intrecciato con questi luoghi e con i loro abitanti. Grazie alla profonda comprensione reciproca instaurata con i suoi soggetti, Berger annulla la distanza emotiva tra fotografo e oggetto della rappresentazione, regalandoci l’immagine di un Oriente intimo e libero da qualsiasi cliché.

Complice la sua precedente dedizione al teatro dove si cimenta come attore, sceneggiatore e regista, Berger sperimenta la fotografia come ‘community involvement’ – intesa dunque come un processo creativo che prevede il coinvolgimento di un’intera comunità – e sottopone il proprio lavoro al giudizio degli stessi soggetti ritratti: grazie alle loro osservazioni l’artista riesce a trasmettere, scatto dopo scatto, la vera essenza di ciò che sta fotografando.

“Potevo così avviare un dialogo chiedendo perché un’immagine fosse sbagliata, mettendo il mio interlocutore nei panni del maestro e me stesso in quelli del discepolo. Attraverso le osservazioni che riempivano un po’ alla volta il mio quaderno di appunti tracciavo le coordinate, il perimetro e qualche volta anche il senso di un’estetica distante dalla nostra”.

Hans Georg Berger

Le opere di Berger sono ben lontane da una mera registrazione documentaristica, sia che ritraggano architetture come il tempio di Angkor Wat, feste e cerimonie come quelle di Luang Prabang o momenti di vita quotidiana dei monaci del Laos, le sue fotografie raccontano davvero la personale esperienza umana dei luoghi che ha visitato e abitato e, ancor di più, costituiscono una testimonianza storica inestimabile che contribuisce tutt’oggi a preservarne la memoria e a proteggerne la diversità.