Palazzo Strozzi celebra Natalia Goncharova, straordinaria figura femminile dell’arte del Novecento, attraverso una grande retrospettiva che ripercorre la sua vita controcorrente e la sua ricca e poliedrica produzione a confronto con capolavori di celebri artisti come Paul Gauguin, Henri Matisse, Pablo Picasso e Umberto Boccioni provenienti dalle collezioni dei più prestigiosi musei internazionali.
Attraverso 130 opere, in una sorta di viaggio tra la campagna russa, Mosca e Parigi, le due città simbolo dell’artista, la mostra permette di scoprire la biografia anticonformista di una donna che ha saputo vivere per l’arte, creando un’originale fusione di tradizione e innovazione, Oriente e Occidente, e rendendo la propria opera un esempio unico di sperimentazione tra stili e generi artistici, dal Neoprimitivismo al Raggismo, dalla pittura e la grafica al lavoro per il teatro.
Pittrice, costumista, illustratrice, grafica, scenografa, decoratrice, stilista, ma anche attrice cinematografica, ballerina e performing artist ante litteram, Natalia è la prima figura femminile a imporsi nel panorama internazionale con una pittura che è un’esplosione di colori, di energia, di forza. “Non ho paura della volgarità della vita, che trasformo in forme artistiche”, scriveva nel 1913.
Una mostra che “non solo sottolinea il ruolo trainante che l’artista ha avuto nell’ambito delle avanguardie – dichiara la curatrice Ludovica Sebregondi – ma che dà conto della sua capacità di esplorare stili diversi, riuscendo poi a ricondurli alla propria visione del mondo. Uno spirito anticonformista, il suo, ma discreto, tenace, tanto da essere stata, in Russia, la prima donna a dipingere nudi, a essere colpita dalla censura per opere a tema religioso, a esibirsi nei cabaret, a mostrarsi nei luoghi più eleganti di Mosca con il volto decorato. Il suo nome in ambito teatrale è leggendario, suoi dipinti hanno raggiunto quotazioni da primato alle aste”.
“Dopo lo straordinario successo di Marina Abramovic Palazzo Strozzi celebra un’altra donna – ha detto il direttore della Fondazione Arturo Galansino – Natalia Goncharova una delle principali figure femminili delle avanguardie, capace di imporsi a livello internazionale con una produzione poliedrica e originale”. Per l’assessore alla Cultura del Comune di Firenze, Tommaso Sacchi, “è una mostra che sono certo avrà un successo straordinario perché parla al femminile di una figura che ci riserverà confronti anche con grandi maestri”
Per introdurre al suo percorso la prima sala ci accoglie con i dipinti di Gauguin, Matisse, Picasso, Derain e Cézanne provenienti dalla capitale britannica.
Nata nel 1881 nell’oblast di Tula, Natalia Goncharova è stato sinonimo di Avanguardia. Venuta al mondo in uno Stato, la Russia, che addirittura vietava alle donne di dipingere icone sacre, frequentò la Scuola di Pittura, Scultura e Architettura di Mosca, dove conobbe il pittore e compagno di vita Michail Larionov: insieme furono i principali animatori del gruppo avanguardista Zolotoe runo.
In patria fu la prima donna ad aver esposto dipinti di nudi e per questo fu processata nel 1910 per pornografia. Fu anche accusata di blasfemia, nello stesso periodo sfidando i passanti delle vie di Mosca passeggiando con il corpo dipinto. Ma successivamente, si prese la soddisfazione di essere la prima artista protagonista di una personale. Visse liberamente la sua storia d’amore con Mikhail Larionov, viaggiando ed esponendo con lui in tutta Europa: Monaco, Berlino, Londra e Parigi, dove si stabilirono a partire dal 1914. Condivisero una vita intera, ma si sposarono solo nel 1955, dunque in tarda età per tutelare il loro lavoro comune.
La mostra è promossa e organizzata da Fondazione Palazzo Strozzi e Tate Modern, Londra, con la collaborazione di Ateneum Art Museum, Helsinki. Con il sostegno di Comune di Firenze, Regione Toscana, Camera di Commercio di Firenze. Con il contributo di Fondazione Cassa di Risparmio di Firenze.