Milano, Design Week 2025. In una città invasa da installazioni e cocktail, c’è stato un momento in cui il tempo si è fermato. Non per un effetto speciale, ma per qualcosa di più sottile e magnetico: un richiamo inspiegabile, un essere attratti senza sapere ancora il perché.
Touch Her Soul, il progetto visionario dell’artista Elena Brovelli, ha ridisegnato le coordinate dell’esperienza artistica, portando pubblico, materia e spirito in un multiverso. La curatela è affidata alla rinomata agenzia internazionale Beyond the Rules, mentre PARCO Center ne è stato supporter, diventato per una sera la soglia tra il visibile e l’invisibile.
Non era una mostra. Era un rito.
Luce tenue, tessuti che sembrano respirare, onde che sussurrano più di quanto dicano. I visitatori hanno attraversato ambienti vibranti, guidati dal suono del gong e dalla voce silenziosa di materiali che custodivano memoria. Ogni opera di Brovelli è una presenza, un portale energetico che interroga chi guarda: non con una domanda, ma con un richiamo.



E poi la performance.
Elena Brovelli non si esibisce. Lei entra. Abita la sua opera, la plasma, la ascolta. In quel momento l’arte smette di essere oggetto: diventa carne, respiro, battito. Un pubblico attonito, con lo sguardo perso dentro qualcosa che non aveva parole. Anch’io, dopo vent’anni da giornalista d’arte, posso dire senza esitazione: era autentico. Di quella rara intensità che non si può fingere.
Tra il pubblico, una costellazione di nomi illustri e menti visinarie: Giorgio Baratti, Daniele Crippa, Diana De Marchi, l’attrice Sara Ricci, il filantropo e artista Roberto Polillo, l’attivista Erla Gazine, l’architetto Guglielmo Toscano, la stilista marocchina impegnata nel sociale Hnia Harrati, Federica Nanni per Porsche e molti altri. Le telecamere non si sono limitate a riprendere: hanno testimoniato. Gli ospiti hanno parlato con entusiasmo, lasciando trasparire la percezione diffusa di trovarsi davanti a qualcosa che va oltre il linguaggio dell’arte. Un fenomeno.



E come ogni fenomeno, ha radici e rami.
Le opere di Brovelli, già parte di collaborazioni con Porsche, la Fondazione D. e G. De Marchi, e Amedia Hotel by Wyndham (che ospita una Satellite Exhibition fino a maggio), parlano ormai a livello internazionale. Le prossime tappe già annunciate lo confermano: Padova, Monaco, Parigi, Arsenale di Venezia, Londra, Lussemburgo, Zurigo.
Ma c’è qualcosa che va oltre il curriculum. Perché Elena Brovelli ha compiuto un gesto raro: ha offerto una soglia, non un prodotto. Una soglia che ognuno può attraversare solo se pronto.
Touch Her Soul non si guarda. Si sente. E chi l’ha sentita, non la dimenticherà.
Photocredit: Alessio Perboni