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Photocredit Christian Dior

 

Maria Grazia Chiuri è la prima donna alla Direzione  creativa della Maison DIOR.

Romana, classe ’64, si è formata all’Istituto Europeo di Design di Roma e ha lavorato prima da Fendi, e poi da Valentino.

Nel 2008 ha saputo gestire un’eredità importante e difficile: quella del fondatore della maison, Valentino Garavani.  Fu nominata tra i due  direttori creativi della casa di moda romana.

Solo nell’alta moda puoi fare certe cose, usare tessuti fatti ad hoc, lavorare sui volumi e sul corpo delle clienti per idearglieli addosso. Oggi siamo troppo chiusi nel presente e la moda è troppo veloce. Ecco con questa collezione d’alta moda intendo fare un’operazione anche didattica, per spiegare cosa c’è dentro e dietro ad un vestito, cosa c’è oltre al ricamo, quanto tutto sia complicato ma anche magico“ dichiara la stilista.

Maria Grazia Chiuri torna alle origini e disegna cappotti che diventano simboli del loro significato, ali di pipistrello a mo’ di maniche per la giacca Bar dei tailleur, abiti che sono purissimi incastri di forme diverse.

La teoria delle tonalità vecchia Parigi ritrovate nel mattone, nel verde, rosa e arancio dialogano con il nude, il colore della pelle (non solo degli abiti ma anche degli accessori, come gli ultra chic fascinator, i cappellini con veletta vintage che riconquistano le nuove tendenze), a ribadire la complementarietà del corpo, quello di cui la couture si prende cura.

A correre questo gran rischio di spiegare l’alta moda di Dior mi ha spinto il momento storico e l’intento di fare comprendere questo mondo alle nuove generazioni di clienti nel mondo“, spiega Maria Grazia Chiuri che ha lavorato sul nero, sul nude misto al grigio nuvola del tulle, sul satin reso contemporaneo, su ricami rarissimi che si chiamano velour sablè che ormai sanno fare solo due persone al mondo che raccontano di un erbario e di un bestiario ripresi da antichi arazzi.